ALBUM DEL GIORNO: Alice In Chains – Dirt
Il periodo più buio degli Alice in Chains, caratterizzato da continui abusi di droga e alcol, depressione, litigi… Ma -ammettendo della negatività dei fatti- sono stati proprio quelli a determinare la buon riuscita del cd, considerato tutt’ora uno dei capolavori del grunge.
Dirt è un album difficile da ascoltare. E’ un album triste, che tratta argomenti come depressione, asocialità, abusi di droghe e alcol, guerra, morte e cose del genere. Le registrazioni ebbero inizio nell’estate del lontano 1992 all’Eldorado Recording Studio in California e la produzione venne affidata a Dave Jerden (già produttore del loro album debut Facelift). In quei momenti Layne Staley (cantante della band) lottava contro la sua più profonda dipendenza dall’eroina. Inoltre, Staley non era di certo l’unico a soffrire di problemi simili. E potete tranquillamente sentire come quell’atmosfera cupe e triste sia riuscita ad influenzare la composizione dei testi e delle canzoni. Infatti le 13 tracce fungono da varco temporale, riportandovi 10 anni indietro, dentro quello studio nell’Orange County.
Da questo CD vennero estratti 5 singoli: Would?, Them Bones, Angry Chair, Rooster e Down in a Hole. Come previsto, queste 5 tracce hanno raggiunto le vette delle classifiche e sono tutt’oggi considerate tra le più riuscite della band.
Ho avuto modo di ascoltare (parecchio) questo CD quando ero abbastanza triste, e devo dire che per quanto possa sembrare strano, mi è stato davvero amico. Sarà pure un CD sputtanato, ma magari qualcuno avrà modo di ringraziarmi (o odiarmi). Non aggiungo altro se non “ascoltatelo, cazzo“.
Link Utili: Sito Ufficiale
Tracklist:
- Them Bones
- Dam That River
- Down in a Hole
- Sickman
- Rooster
- Junkhead
- Dirt
- God Smack
- [Untitled]
- Hate to Feel
- Angry Chair
- Would?
Formazione:
- Layne Staley – voce
- Jerry Cantrell – chitarra e voce
- Mike Starr – basso
- Sean Kinney – batteria