LIVE REPORT: Wu Tang Clan Live @Atlantico (Roma), 23/07/2010
Intorno alle 22 la fila presente all’entrata non ha difficoltà a dissolversi in breve tempo e ad accedere al palazzetto.
Sul palco c’è un Dj a mettere i dischi e subito ci si lamenta per l’impianto e per l’acustica che lasciano molto a desiderare.
La serata si apre con i Colle Der Fomento, storico gruppo romano che delizia gli animi e le orecchie dei tanti presenti. Personalmente non avevo mai visto dal vivo Danno, Masito e Baro prima d’ora; devo dire che sono realmente devastanti! “Ghetto chic”, “Più forte delle bombe”, “Benzina sul fuoco” (intanto il suono cacciato dalle casse sembra che migliori), ma anche “Prova microfono” e “Il cielo su Roma”. Massicci e coerenti, nient’altro.
A seguire, Noyz Narcos accompagnato da Duke Montana. No comment. Al secondo pezzo già si sentono i fischi e si intravede qualche pollice verso. Al terzo pezzo partono le urla della folla “Wu wu wu wu…”; urla di chi vuole sul palco il Wu Tang, non Noyz e Duke Montana. Si arriva all’ultima traccia dell’MC romano che esce di scena, deluso dai fischi del suo pubblico, senza applausi.
Poi Gengis Khan si esibisce positivamente ai giradischi con mix di pezzi e trick vari fin quando sale sul palco dell’Atlantico, acclamato con applausi, urla e quant’altro, il WU TANG CLAN!
Method Man, Ghostface Killah, RZA, GZA, Inspectah Deck, Cappadonna, U-God, all’appello manca solo Raekwon.
Sotto, una folla amalgamata e compatta grazie al collante universale: il RAP.
Tra gli MC’s – tutti grandi, ovviamente – Meth è il più esaltante, tra l’altro si butta tra la folla un paio di volte. Non ci sono parole per descrivere l’energia trasudata dal gruppo sul palco: un’intesa perfetta tra gli MC’s, e la carica sotto al palco è memorabile.
Pezzi come “Da mystery of Chessboxin’”, “Rockwilder”, “Wu Tang Clan ain’t nuthin’ to fuck with”, peccato per la tanto attesa “C.R.E.A.M.” che non è stata fatta.
Una bellissima serata.
L’esibizione si protrae per più di un’ora e termina a un orario decente (l’una e mezza circa), una vera figata per i presenti non romani, me compreso, con problemi di orario e un bel po’ di chilometri da affrontare per tornare a casa.
concerto devastante